Lezione: "Padri e figli nel X dell’Eneide. Aspetti dell’allusività virgiliana"
Nell’ambito del tema dei padri e dei figli, vero e proprio Leitmotiv del libro X dell’Eneide, verranno esaminati i versi 362-379, e, più in particolare, i versi 375-376 Numina nulla premunt, mortali urguemur ab hoste / mortales; totidem nobis animaeque manusque (“Non sono numi a inseguirci; mortale è il nemico che preme / noi mortali; ed abbiamo altrettante anime e mani”). Un ascolto attento e sensibile di queste poche parole pronunciate da Pallante a titolo di esortazione ai compagni, parole che a tutta prima sembrano richiamare un argomento scontato (cfr. per esempio i discorsi di Agenore a proposito di Achille, Hom. Il. XXI 550-570, e di Aiace a Ettore, Hom. Il. XIII 813-816), schiude invece un percorso virgiliano rimasto finora in ombra: viene così illuminato un ulteriore caso in cui Virgilio, pur guardando a Omero, lo fa proprio secondo nuove, differenti, personali coordinate.
Questa lezione rientra nelle attività didattiche del Dottorato di ricerca in Archeologia, Storia e Scienze dell’Uomo, delle Cattedre di Letteratura latina, Grammatica latina, Storia della lingua latina, Letteratura cristiana antica e Agiografia, e costituiscono parte delle iniziative di Public Engagement del DISSUF.